28-01-2024

LE BRACI MAI SPENTE: LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE

Sembra sempre più difficile parlare, senza cadere nella polarizzazione e nelle divisioni, della guerra in corso. Ma molto frequentemente si parla senza conoscere fino in fondo la situazione. Per questo due scrittrici, due amiche, proveranno a raccontarla.

con
Paola Caridi e Helena Janeczek
conducono Loredana Lipperini e Lucia Tancredi
con la partecipazione di Marco Fermani

28 gennaio 2024 | 17,30
Teatro della Filarmonica

ingresso libero senza prenotazione, fino ad esaurimento posti


Paola Caridi, giornalista e storica, si è trasferita nel Medio Oriente nel 2001, prima al Cairo e poi a Gerusalemme. È fondatrice ed è stata corrispondente di Lettera22, agenzia di stampa specializzata in politica estera. Socia dell’Istituto Affari Internazionali, si occupa da molti anni di storia politica contemporanea del mondo arabo. Ha collaborato, tra gli altri, con “l’Espresso”, “Il Sole 24 Ore” e “Limes”. Per Feltrinelli ha pubblicato diversi libri tra cui: Arabi invisibili (2007), Hamas (2009), Gerusalemme senza Dio (2013) e, nella collana Feltrinelli Kids, Gerusalemme. La storia dell’altro (2019). Ha curato La rivoluzione egiziana di ‘Ala al-Aswani (2011).
Nel 2023, a seguito dei drammatici eventi della guerra israelo-palestinese, Feltrinelli ha riproposto Hamas. Che cos’è e cosa vuole il movimento radicale palestinese in una nuova edizione.

Dalla fondazione agli attentati del 7 ottobre. Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché ha guadagnato tanto consenso nella società palestinese?Nei suoi quarant’anni di esistenza, Hamas è passata attraverso il terrorismo e gli attentati suicidi, ha sfidato l’autorità di Yasser Arafat, è sopravvissuta all’eliminazione fisica di gran parte dei suoi dirigenti. Nel 2006 è arrivata al governo dell’Anp, democraticamente eletta dalla maggioranza dei palestinesi, ed è ritornata subito dopo in clandestinità, a seguito dell’embargo deciso da Israele e da una parte della comunità internazionale, Unione Europea e Stati Uniti in testa. Da allora, dal 2007, si tende a identificare Hamas con Gaza, lo spazio sul quale il movimento islamista esercita il monopolio del potere, dimenticandone la storia complessa che va oltre la Striscia. Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché un movimento islamista ha guadagnato così tanto consenso all’interno di una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? Paola Caridi scrive la storia di Hamas usando fonti a metà tra la cronaca e l’archivio. Fa vedere i luoghi e fa parlare i protagonisti, i militanti, uomini e donne. Ora la sua ricerca storico-politica esce in versione aggiornata, a 14 anni dalla prima edizione, per raccontare cosa è successo da quando Gaza è stata chiusa da tutti i lati da Israele e dall’Egitto. Dalla radicalizzazione della leadership di Hamas ai cambiamenti nella linea politica interna fino all’attacco sanguinoso del 7 ottobre 2023.


Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. Poetessa e scrittrice, nel 2018 vince il Premio Strega con La ragazza con la Leica, (Guanda 2017), romanzo incentrato sulla fotografa Gerda Taro. Ha esordito con la raccolta di poesie in lingua tedesca Ins Freie (Suhrkamp, 1989), mentre ha scritto in italiano il suo primo romanzo, Lezioni di tenebra (Guanda 2011, Premio Bagutta Opera Prima), che racconta del viaggio compiuto ad Auschwitz insieme alla madre, che lì era stata prigioniera con il marito. È inoltre autrice dei romanzi Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa. È redattrice di «Nuovi Argomenti» e di «Nazione Indiana».

«Due cose non si possono guardare in faccia: il sole e la morte» ha scritto La Roche-foucauld nelle sue Massime. La visione diretta della grande luce e del grande buio sono per noi intollerabili. Si può essere ciechi per troppa luce o per troppo buio. Per questo occorre abituarsi gradualmente all’una come all’altro. Ed è proprio così, per gradi, che queste Lezioni di tenebra ci portano al grande buio, al cuore nero della storia: Auschwitz. In un racconto nutrito di biografia, che diventa anche biografia di una generazione, l’autrice esplora, pagina dopo pagina sempre più in profondità, il rapporto con sua madre, l’unica di due famiglie numerose a essere sopravvissuta alla Shoah, insieme al padre: ebrei polacchi, vissuti in Germania, dove la figlia Helena è cresciuta sentendosi totalmente estranea al mondo tedesco e alla sua cultura, pur usandone la lingua. Non soltanto una memoria sulla Shoah, ma un resoconto appassionato e allo stesso tempo lucido che punta a misurare l’intensità del contraccolpo nella generazione successiva. E il contraccolpo sta nell’impossibilità di avere radici, nella confusione linguistica, nel bisogno disperato di appartenere e nella condanna crudele di sentirsi estranei, comunque e dovunque. Sta nello stupore di fronte al destino, al male, alla sorte: «Vorrei sapere se è possibile trasmettere conoscenze e esperienze non con il latte materno, ma ancora prima, attraverso le acque della placenta o non so come, perché il latte di mia madre non l’ho avuto e ho invece una fame atavica, una fame da morti di fame, che lei non ha più».